Quando cerchiamo di programmare il nostro inconscio, dobbiamo fare particolare attenzione all’uso della parola ‘no’. Vi chiedo di chiudere gli occhi e di non pensare, per i prossimi cinque minuti, ad un gruppo di ferocissimi leoni della Savana. Fatto? Ebbene sono sicuro al cento per cento che la vostra mente ha subito una vera e propria invasione di leoni è vero? Il meccanismo è fin troppo noto tra gli addetti ai lavori, il cervello in fase di programmazione, non legge l’istruzione ‘no’. Quindi ogni frase che contenga una negazione, viene tradotta in un’azione da fare.
E’ per questo che frasi del tipo ‘non fumerò mai più’, ‘non m’innamorerò mai più’ ‘non voglio essere più così grassa’ etc. sono destinate a trasformarsi da negative in affermative. I comandi devono essere inviati sempre ed esclusivamente in forma positiva, altrimenti il cervello provvede a tradurli a suo modo. Prendete un bambino alle prese con la sua bella bicicletta nel giardino sotto casa, arriva il papà e la prima cosa che gli dice è: “mi raccomando, fai attenzione a non cadere”, indovinate un po’ cosa suderà di lì a poco al povero bimbetto? Esatto, farà un bel capitombolo e magari il papà ci metterà pure un bel rinforzino sotto forma di ceffone per non aver prestato la dovuta attenzione.
Il no, va sostituito dove è possibile da affermazioni positive, quindi nel caso del bimbo e della sua bici, il papà avrebbe potuto limitarsi a registrare anche un lieve miglioramento del figliolo ed elargire dei complimenti e l’incitamento a persistere nella pratica. Ove l’applicazione di affermazioni positive non sia possibile, il ‘no’ va sostituito con altre parole tipo queste: rifiuto di, smetti di, evita di.
Altra regola di fondamentale importanza è la coniugazione del tempo del verbo. Il cervello non prende sul serio comandi che fanno riferimento al futuro. Dire: ‘domani smetterò di fumare’, non sortirà nessun effetto. Lo stesso per una frase del tipo: ‘succeda quel che succeda, io non permetterò a nessuno di trattarmi così’. In questo caso il cervello oltre a non recepire il no, non riesce a capire quando dovrà applicare il comportamento o meglio traduce il ‘permetterò’ come un impegno a valutare la situazione la prossima volta che si presenterà. Anche in questo caso, il modo giusto è quello di impartire ordini a partire dal presente, da subito. Immaginarsi di vivere come se il proposito si sia già avverato.
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